\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 La strage di piazza Fontana apr∞ uno dei periodi pi∙ drammatici della storia dÆItalia, caratterizzato da una crisi crescente di
delegittimazione dello stato democratico, dovuta in egual misura allÆincapacitα delle classi dirigenti di risolvere i problemi di una societα in crescita disordinata e alla presenza di opposizioni di destra e di sinistra, decise ad attaccare le istituzio
ni. Infatti, ad auspicare lÆabbattimento del debole e inefficiente stato democratico non erano soltanto le forze eversive di destra û che nel 1970 fomentarono una vera e propria rivolta a Reggio di Calabria, seguita nel 1971 da una ondata di agitazioni i
n altre zone del Sud û ma anche quelle della sinistra extraparlamentare, cioΦ di quella costellazione di gruppi i quali, in polemica con il ôrevisionismoö e il ôriformismoö dei partiti tradizionali delle sinistre, e in particolare del PCI, ritenevano ste
ssero maturando in Italia le condizioni per una rivoluzione proletaria. A portare su un terreno direttamente sovversivo le tendenze neorivoluzionarie fu il terrorismo di sinistra, che contribu∞, con quello di destra, a creare nel paese, durante gli anni
Settanta, una situazione sempre pi∙ drammatica. Esso esercit≥ una forte attrazione su consistenti strati di operai, studenti e intellettuali anche grazie al clima di incertezza creato dalle ôtrame nereö, alla inefficienza e corruzione dei partiti di gove
rno, alla complicitα di influenti settori degli stessi apparati statali con il terrorismo di destra. Sorse cos∞ un vero e proprio partito armato di sinistra, composto da una serie di organizzazioni tra cui si distinsero le Brigate rosse, nate nel 1970 e
in seguito diventate protagoniste di sequestri, ferimenti, assassini politici accompagnati da processi rivoluzionari e da propaganda ideologica.\par
Tra il 1969 e il 1972 si succedettero quattro governi in parte monocolore in parte stanche riedizioni de
l centrosinistra, al cui attivo furono per≥ le leggi del 1970 che, oltre che il menzionato Statuto dei lavoratori, istituirono lÆordinamento regionale e il divorzio.\par
Nel dicembre 1971 venne eletto presidente della Repubblica, con i voti determinanti
del MSI, il democristiano G. Leone, che si sarebbe dimesso nel giugno 1978 in seguito ad accuse giornalistiche di irregolaritα fiscali, di traffici immobiliari e di un suo coinvolgimento nello scandalo Lockheed. Nel maggio 1972 si tennero le elezioni an
ticipate, le prime nella storia della repubblica. I risultati non registrarono spostamenti significativi, se si eccettua lÆavanzata del MSI-Destra nazionale che raggiunse lÆ8,7%. Seguirono un governo centrista guidato da G. Andreotti (giugno 1972-luglio
1973), caratterizzato da una grande dilatazione della spesa pubblica, finalizzata a ottenere il consenso di forti categorie sociali, e due governi Rumor (luglio 1973-novembre 1974), che dovettero adottare una serie di provvedimenti di politica economica
per combattere lÆinflazione e gli effetti della crisi energetica seguita alla guerra arabo-israeliana del 1973. Il clima generale della vita pubblica si era per≥ fortemente deteriorato. In questi anni entr≥ nel linguaggio corrente il termine ôlottizzazio
neö per indicare lÆoccupazione dei posti di potere a opera dei partiti di governo, e si diffuse fortemente la pratica delle tangenti. Proprio in relazione a questÆultima, nel 1974 scoppi≥ un grave scandalo che coinvolse i partiti di governo per illeciti
favoreggiamenti concessi a grandi compagnie petrolifere in cambio di cospicui finanziamenti. Per porre argine alla corruzione il parlamento var≥ in quello stesso anno la legge sul finanziamento pubblico dei partiti, ma gli effetti furono assai modesti. P
er contro, il diffondersi della corruzione pubblica e lÆemergere della complicitα di influenti forze politiche e sociali nelle ôtrame nereö diedero nuovo impulso alla protesta estremistica, spingendo nuove leve di giovani ad appoggiare direttamente o ind
irettamente il terrorismo di sinistra.\par
Nel 1974 il rapimento del giudice genovese Mario Sossi segn≥ lÆinizio di una stagione caratterizzata dal tentativo delle formazioni clandestine della sinistra extraparlamentare di sovvertire lo stato mediante i
l ricorso ad azioni illegali che avrebbero dovuto mostrare alle masse la sua vulnerabilitα e spostarle su posizioni rivoluzionarie. Sempre nel 1974 si ebbero la strage di Brescia e lÆattentato al treno \i Italicus\i0 . Sequestri e attentati contro espone
nti della classe dirigente û uomini politici, dirigenti industriali, magistrati, giornalisti e intellettuali û rapine, scontri armati tra terroristi e forze dellÆordine si susseguirono per circa un decennio, lasciando un solco sanguinoso nella storia di
quegli anni, non a caso definiti ôanni di piomboö.\par
Di fronte alla minaccia di scardinamento dello stato i comunisti, investiti dalla critica distruttiva delle formazioni extraparlamentari e preoccupati di un possibile cedimento dello stato, trovaron
o una oggettiva convergenza e un terreno di intesa con la DC nella difesa delle istituzioni. NellÆautunno del 1973 il segretario del Partito comunista, E. Berlinguer, lanci≥ la linea detta del \i compromesso storico\i0 tra comunisti, socialisti e democr
istiani che avrebbe dovuto portare alla formazione di un governo di solidarietα nazionale in grado di opporsi alla destabilizzazione delle istituzioni e aprire un nuovo e pi∙ efficace processo riformatore. LÆinterlocutore privilegiato di Berlinguer nella
DC divenne Moro, convinto sostenitore della necessitα di un accordo politico di fondo con i comunisti. Fu infatti Moro, lo stesso che aveva costituito nel 1963 il primo governo organico di centrosinistra, a formare nel novembre 1974 un governo DC-PRI ch
e, pur godendo dellÆappoggio parlamentare di PSI e PSDI, di fatto segn≥ lÆesaurimento di quella formula. Il leader democristiano riteneva che fosse giunto il momento di dare al paese un nuovo corso politico, ma le resistenze allÆinterno del suo partito e
rano forti. Tanto pi∙ che i processi di mutamento in senso antitradizionale e antiautoritario, nella mentalitα e nei costumi specie delle masse giovanili, messi in moto dalla contestazione a partire dal 1968, avevano profondamente allarmato il mondo catt
olico û come ebbe a dimostrare la battaglia contro il divorzio, combattuta strenuamente dai cattolici e persa due volte: una prima al momento della sua approvazione al parlamento nel 1970 e poi, nel 1974, con la sconfitta subita nel referendum popolare p
er la sua abrogazione.\par
Un significato importante per lÆevoluzione del quadro politico ebbero le elezioni amministrative del giugno 1975 che, grazie alla forte affermazione del partito comunista, videro il passaggio di importanti regioni, province e
comuni del Centro-Nord sotto amministrazioni di sinistra. Il successo del partito comunista usc∞ confermato e rafforzato dalle elezioni politiche del 1976 che segnarono altres∞ lÆingresso in parlamento, per la prima volta, dei radicali, che erano stati i
protagonisti delle lotte per lÆaffermazione e lÆallargamento dei diritti civili. Il consenso raccolto dal PCI, che tocc≥ allora il suo massimo storico (34,4%), fu in larga misura espressione dellÆinsoddisfazione di ampi strati di ceto medio, tradizional
mente schierati con la Democrazia cristiana e i suoi alleati, nei confronti della politica dei partiti di governo e della corruzione legata allÆesercizio del potere. E il Partito comunista potΘ beneficiarne in quanto partito di opposizione che aveva dato
sufficienti garanzie di lealtα democratica sia con la ferma condanna del terrorismo rosso sia con la revisione ideologica avviata con la svolta ôeurocomunistaö.\par
Con questa svolta, sviluppatasi fra il 1974 e il 1977 e che coinvolse anche i comunisti
spagnoli e francesi, il PCI teorizz≥ la piena adesione ai principi della democrazia pluralista e la ricerca di ôuna terza viaö fra comunismo di tipo sovietico e socialdemocrazia. Il suo successo elettorale rese per≥ impraticabile sia lÆaccordo diretto c